Sanzioni alla Russia? E’ anche una questione economica

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Nel vertice Europeo appena concluso si è discusso anche di eventuali nuove sanzioni contro la Russia da parte dei Paesi dell’UE. Già sono in atto delle sanzioni che scadranno a dicembre di quest’anno, partite all’indomani del “conflitto” tra Russia ed Ukraina e all’annessione della Crimea alla Russia. Ora sul tappeto erano in discussione nuove sanzioni per l’azione russa in Siria, i bombardamenti su Aleppo contro i terroristi dell’Isis.

Non si intende parlare in questa sede dell’opportunità politica di introdurre queste nuove sanzioni anche se molto ci sarebbe da dire ma l’opposizione del Premier Renzi contro la volontà di Holland e Merkel trae motivazioni anche dalle implicazioni economiche che una simile decisione comporterebbe per il nostro Paese: le sanzioni in atto sono costate, finora, all’Italia oltre 3,6 miliardi di Euro, danneggiando le esportazioni e l’opera industriale con un grande Paese come la Russia con cui i rapporti economici sono molto forti. Questo ha significato anche difficoltà per molte aziende italiane con implicazioni negative anche sull’occupazione.

C’è da domandarsi se non sia una profonda contraddizione sforzarsi di mettere in campo azioni di sostegno allo sviluppo all’economia nazionale da parte del governo se poi, dall’altra parte, per accontentare i poteri forti dell’UE, perdiamo miliardi di Euro in mancate esportazioni e affari finanziari che mettono in difficoltà la nostra industria. Bene ha fatto, quindi, Renzi a porre il veto su nuove sanzioni.