Basket: la storia di Yakhoub Diawara, uno dei colpi nel primo anno di A1

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Anche nella pallacanestro, così come in ogni altro sport, fare troppi pronostici e avere altissime aspettative è decisamente deleterio. Certo che, però, avere ambizioni elevate potrebbe essere, in determinate occasioni, solamente un aspetto positivo, tale da favorire una crescita in tutta la squadra, ad ogni livello. Ne sanno qualcosa gli appassionati di scommesse sportive che giocano con i casino live Italia, in modo particolare puntando sulla pallacanestro.

È chiaro che il percorso di Brindisi verso la storica promozione in Serie A è stato alquanto complicato e difficile e si sono dovuti superare tanti ostacoli per centrare un obiettivo che, fino a qualche anno prima, dopo lo scioglimento dell’Azzurra nel 2001, pareva qualcosa di davvero impossibile.

Diawara, protagonista nel primo anno di A1 di Brindisi

Tra i giocatori che hanno fatto la differenza nel primo anno dopo la promozione in Serie A1 della compagine pugliese, troviamo sicuramente Yakhouba Diawara. Con il passare del tempo, ha girato l’Italia in lungo e in largo, senza fermarsi mai, ma dopo aver indossato dal 2008 al 2010 la maglia dei Miami Heat, collezionando ben 74 presenze, l’atleta francese è arrivato per la seconda volta nel campionato italiano grazie a un’intuizione della dirigenza brindisina.

Correva la stagione 2010-2011 e, da quel momento in avanti, Diawara cambierà più di una volta casacca nel campionato italiano. In realtà, come detto in precedenza, lo sbarco a Brindisi non rappresenta una prima assoluta in Serie A, visto che già nel 2005-06 aveva vestito la maglia della Fortitudo Bologna.

Non è assolutamente casuale che Diawara veda e consideri l’Italia come casa sua, come ha ammesso lui stesso nel corso di un’intervista a La Gazzetta dello Sport. Infatti, Yakhouba ha messo in evidenza in ben più di un’occasione come si tratti di un Paese che l’ha sempre fatto sentire a proprio agio, diversamente da quello che è accaduto in Francia e ha espresso più di una volta il desiderio di chiudere proprio entro i confini italiani la sua carriera.

La prima volta con la Fortitudo

In Serie A sbarca per la prima volta con la maglia della Fortitudo, come detto in precedenza. Il motivo? Facilmente intuibile, ovvero provare a replicare il percorso che era stato fatto qualche anno prima da parte di uno dei più forti giocatori francesi di quella generazione, ovvero Antoine Rigaudeau, che aveva vestito, vincendo di tutto e di più, la maglia della Virtus Bologna.

Così, Diawara scegli esattamente l’altra sponda di Basket City, sbarcando alla Fortitudo. Una decisione che si rivelerà molto importante per la sua carriera, anche se il giocatore di origini transalpine ha un carattere molto forte, che deriva da un’infanzia estremamente difficile.

Vivere nella banlieue di Tremblay, a Parigi, infatti, non è stato affatto semplice, ma DIawara ha sempre ammesso di dover ringraziare i propri genitori, perché gli hanno trasmesso dei valori fondamentali nella vita, ovvero il sacrificio e l’etica del lavoro. Suo padre lavorava come netturbino, mentre la madre puliva i negozi. In entrambi i casi, si tratta di persone che si alzano prestissimo al mattino e poi tornavano a casa tardi la sera.

Un contesto difficile, a cui è difficile abituarsi. Nell’infanzia di Yakhouba, però, la passione per la pallacanestro non è emersa fin da subito, dato che prima ha provato a cimentarsi con altri due sport come la pallamano e la pallavolo. In realtà, però, Diawara impazziva per il calcio, disciplina in cui amava giocare come difensore, con licenza anche di attaccare. Il problema è che le stagioni invernali erano fin troppo rigide e, da quel momento, cercò uno sport al coperto. Il 1996, le gesta di Jordan e il basket, fecero il resto